Se
il grado di "religiosità" dei fedeli fosse misurato
in termini di chiese edificate, la provincia di Ragusa risulterebbe
quantomeno al primo posto in Italia, considerato il numero di antichi
tempi presenti sul nostro territorio.
Anche
Modica non fa eccezione e la parte bassa della città (una
tra le più antiche) presenta maestosi duomi e chiese, in
rari casi rimaste incompiute: è il caso della chiesa della
Madonna delle Grazie rimasta incompleta per motivi sconosciuti.
Nella facciata risaltano le splendide decorazioni, con un bassorilievo
presente sul portale d'ingresso e raffigurante lo stemma dell'antica
Contea di Modica. Si notano altresì due nicchie sprovviste
di statue. L'interno è caratterizzato da tre navate con affreschi
di genere classico. Gli evangelisti, alcuni profeti e i simboli
della vergine sono raffigurati nella cupola e nella volta a botte,
sostenuta da colonne a forma quadrata che dividono le navate con
archi a tutto sesto. Nell'altare maggiore in marmo è custodita
la Sacra Immagine in ardesia della Madonna che nel 1709 liberò
la città dalla peste, e alla quale venne dedicata questa
chiesa, attigua all'ex convento barocco dei padri Mercedari, oggi
adibito a biblioteca comunale e a museo etnografico, uno tra i più
interessanti dell'Isola per via del ricchissimo patrimonio di attrezzi
custoditi, testimonianza di antiche arti e tradizioni popolari.
Salendo
per il corso Umberto di incontra la chiesa del Carmine, che
ha cambiato gradatamente immagine rispetto all'edificazione, che
si fa risalire con molta probabilità intorno al XV secolo.
Determinante in tal senso fu il terremoto del 1693 che distrusse
gran parte della chiesa. La parte superiore della facciata venne
ricostruita con il campanile ed una nicchia per la Madonna. La caratteristica
principale della facciata è comunque rappresentata dal magnifico
rosone centrale traforato, posto sopra il portale ad arco acuto.
All'ingresso si trova un vestibolo con una splendida acquasantiera
e un arco gotico di tipo chiaramontano. La chiesa è ad una
navata con altari ai lati, uno dei quali si caratterizza per la
presenza di un prezioso gruppo gaginiano che risente dell'influsso
delle antiche tradizioni artistiche siciliane. L'altare maggiore
in legno è scolpito con stucchi in rilievo, opera di artigiani
locali.
Deviando
verso la stazione ferroviaria e risalendo la collina dell'Idria
si può visitare la cinquecentesca chiesa di S. Francesco,
la cui facciata si presenta nuda e semplice. L'interno invece, ad
una sola navata con due ringhiere ai lati, è piuttosto luminoso
ed austero. Bellissimo l'altare il legno scolpito. Accanto alla
chiesa sorge il convento con un chiostro.
Ritornando al corso Umberto, nella
parte centrale l'attenzione viene catturata dalla chiesa della
Madonna del Rosario, edificata nel 1361 assieme al convento.
La porta d'ingresso, raffigurante lo stemma dei domenicani, è
attorniata da quattro nicchie con altrettante statue. L'interno
della chiesa è ad una navata con una volta a botte.
Subito
dopo ecco presentarsi agli occhi del visitatore la chiesa di
s. Maria di Betlem, costruita intorno al 1400 al posto di quattro
chiese preesistenti, ed oggi monumento nazionale. L'antica piazza,
presente negli anni 60 ed eliminata per far posto ad un'area adibita
a parcheggi, è stata di recente ripristinata, esaltando maggiormente
il prospetto barocco a due ordini, con tre portali nell'ordine inferiore
e un finestrone in quello superiore. Accanto alla chiesa fu successivamente
eretto un campanile. Lungo il fianco sinistro della chiesa è
incastonata la lunetta di Berlon, realizzata interamente in pietra di Modica e raffigurante la natività, con tanto di scritture gotiche.
L'interno della chiesa si presenta a tre navate con un tetto a capriate
interamente istoriato, mentre il pavimento è in marmo. Il
vero capolavoro di tale chiesa è costituito dalla Cappella
Palatina, eretta nel XV secolo e molto nota per la presenza
di tombe gentilizie. La cappella, a pianta quadrata e una piccola
cupola a calotta raccordata a nicchie tramite pennacchi angolari,
rappresenta un raro esempio di elegante architettura tardo - gotica
chiaramontana con evidenti influssi catalani ed arabo - normanni.
L'arcata ogivale, interamente scolpita, è delimitata da un'artistica
cancellata in ferro battuto. All'altare è posta la cinquecentesca
"Madonna in trono con Bambino" in pietra dipinta. Una
cappella laterale della navata sinistra della chiesa, ospita il
magnifico presepe realizzato nel 1882 da padre Benedetto Papale
e assolutamente da ammirare. Le oltre 60 statue di terracotta provenienti
da Caltagirone, riproducono antiche e caratteristiche scene familiare,
nella cornice di splendidi paesaggi realizzati in pietra, cera,
sughero e legno. Incanta la naturalezza della scenografia, ispirata
alla cava di S. Maria. Infine, il maestoso organo ed il monumentale
pulpito in legno scolpito spiccano imponenti dalla navata centrale.
Proseguendo
per il corso Umberto, vero e proprio salotto barocco di Modica,
si incontra una monumentale e scenografica scalinata, ornata dalle
statue dei dodici apostoli, e alla cui sommità si erge con
maestosità la fastosa chiesa di s. Pietro, patrono
della città, edificata a seguito del terremoto del 1693,
al posto di un tempio del XIV secolo. L'architettura del tempio
non presenta caratteri stilistici unitari, essendo il risultato
di due momenti progettuali. Il primo ordine presenta difatti caratteri
secenteschi nelle decorazioni delle trabeazioni e delle colonne,
nonché nel disegno dei portali. Il secondo ordine, invece,
dato il gusto rococò al quale indirizzano gli elementi stilistici
delle volute di raccordo e della finestra, risale indubbiamente
al Settecento. Nel complesso, la facciata si presenta piuttosto
raffinata, nonostante i differenti tempi e stili. L'interno, a tre
navate divise da colonne con capitelli corinzi e con due cappelle
che si affiancano alle navate minori, abbonda di tele e statue,
tra
le quali va segnalata la Madonna dell'Ausilio, statua
di scuola gaginesca collocata nella seconda cappella della navata
destra. Lo
sfarzo dilaga all'interno della vasta chiesa, ricca di ampi ed armoniosi
dipinti e decorazioni.
Poco
lontano si trova la piccola chiesa di S. Nicolò Inferiore.
Si tratta in sostanza di una grotta interamente affrescata con pitture
risalenti al XIV - XV secolo.
Da
notare anche la chiesa di Santa Maria del Soccorso, per via
della sua caratteristica facciata curvilinea. La chiesa, di recente
restaurata, è annessa all'ex collegio gesuitico.
Salendo
verso Modica Alta, altra parte antica della città, si incontra
uno degli emblemi del barocco siciliano post - terremoto: si tratta
del Duomo di S. Giorgio, costruito nella prima metà
del Settecento su progetto di Rosario Gagliardi. L'imponente duomo,
che presenta un'ardita facciata a torre, si erge alla sommità
di un'ampia e scenografica scalinata, insolitamente alta nella parte
centrale. L'interno è a cinque navate, con un transetto che
si segnala per la presenza di una meridiana pavimentale. Da segnalare
altresì la cupola e le cappelle comunicanti aperte sulle
navate laterali. I
dipinti e le sculture presentano una particolare ed armoniosa bellezza.
Molti sono i tesori ed i capolavori di inestimabile valore custoditi
all'interno del duomo: pissidi, candelabri, ostensori in argento
e la splendida "Santa Cassa", un'opera interamente realizzata
in argento intarsiato nel XIV secolo, di pregevolissima fattura
veneziana. Da ammirare l'organo a canne del 1885, l'altare d'argento
intarsiato con scene della vita di S. Giorgio e S. Ippolito, il
coro intagliato risalente al 1630 e il grandioso polittico del 1513
dell'altare centrale.
Salendo
lungo i tornanti per Modica Alta, ecco spuntare la chiesa di
S. Giovanni, posta al vertice di un'ampia scalinata che conferisce
al tempio slancio e maestosità. Lungo la gradinata si elevano
ventisei pilastri che sorreggevano altrettante statue: oggi ne restano
soltanto tre. La facciata barocca è articolata su due ordini
ornati da altrettante coppie di colonne nel corpo centrale. L'interno
si presenta a tre navate con un transetto ricco di stucchi. Di particolare
pregio le opere in stucco presenti nella volta, nonché le
cappelle laterali e il presbiterio.
Percorrendo
il vicolo alla destra del tempio si raggiunge l'ex chiesa di
S. Maria del Gesù, con annesso un convento risalente
al XV secolo. La chiesa, della quale rimane solo la stupenda facciata,
crollò durante il terremoto del 1693. Il portale ad ogiva
presenta una strombatura abbellita da colonne con capitelli finemente
lavorati. Un lavoratissimo ed istoriato cartiglio con uno stemma
centrale caratterizza l'ultima fascia delle colonne. Da ammirare
le due finestre poste ailati del cartiglio, un vero e proprio capolavoro
di scultura, impreziosito da fini ricami.
Da visitare altresì la chiesa di S. Nicolò, in stile
neoclassico. Quattro lesene scanalate percorrono fino al fastigio
triangolare tutta la facciata , che presenta originali finestre
centinate.
Ma
per ammirare la chiesa forse più antica e caratteristica
di Modica, bisogna spostarsi fuori città, sulla strada che
conduce a Scicli e raggiungere un piccolo boschetto di pini ed eucalipti,
dove sorge la piccola chiesa di S. Giacomo, costruita intorno
al XIV secolo e rimasta pressoché intatta. Le forme sono
semplici ma armoniose, con un piccolo e modesto campanile a vela
e due portali ogivali privi di decorazioni. All'interno, nella lunetta
dell'abside, si possono ammirare i resti di un affresco raffigurante
"l'Altissimo fra angeli". Presente infine un antico e
sobrio altare in pietra del luogo.
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