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TURISMO

Modica è tra le più pittoresche città della provincia e di tutta la Sicilia. E' situata nell'area meridionale dei Monti Iblei ed è divisa in due originali aree: Modica Alta, le cui costruzioni quasi scalano le rocce della montagna, e Modica Bassa, giù nella valle, dove un tempo scorrevano i due fiumi Ianni Mauro e Pozzo dei Pruni, poi ricoperti a causa delle numerosi alluvioni, e dove è ora situato il Corso Umberto, principali strada e sito storico della città. L'aspetto è prevalentemente tardo barocco, quasi interamente risalente al dopo-terremoto (1693).

Modica si è poi estesa su altre aree: Modica Sorda, Monserrato, Idria, ecc.

Poche sono le testimonianze della "precedente città": Il portale gotico della chiesa del Carmine; rovine della chiesa di Santa Maria del Gesù, risalente al sedicesimo secolo; la Cappella del Sacramento, del quindicesimo secolo; la chiesa "rupestre" di San Niccolò Inferiore, del dodicesimo secolo, recentemente rinvenuta. Il suo interno conserva notabili decorazioni risalenti ai secoli tra 700 e 1500.

Ciò che rende la città così unica e affascinante è, prima di tutto, l'aspetto barocco, di cui il disegno urbano e centro storico di Modica abbondano; inoltre la presenza di pittoreschi violetti e stradine, ricche di vecchie botteghe, casupole o ricchi palazzi.

La chiesa di San Giorgio è un monumentale esempio dell'arte barocca siciliana. La sua origine è, in parte, oscura. L'originale struttura, stando a quanto asserito dallo storico Carrafa, risalirebbe all'Alto Medioevo, e sarebbe poi stata distrutta dagli Arabi, durante un loro attacco, nell'845.
Ruggero il "Normanno" ne ordinò la ricostruzione nel primo dodicesimo secolo. Due successive ricostruzioni avvennero in seguito ai terremoti del 1613 e del 1693. Quest'ultimo, particolarmente devastante, colpì l'intera fascia sud-est della Sicilia, comunemente denominata Val di Noto.
La ricostruzione, sontuosa e magnificente come mai prima, fu affidata al celebre architetto siracusano Rosario Gagliardi, già autore del San Giorgio in Ragusa. La chiesa, riaperta con cerimonia solenne nel 1738, è a "cinque navate" ed è ricca di ornamenti artistici, stucchi e dipinti preziosi, come gli "eventi del Vangelo e della vita di S. Giorgio", realizzato da Girolamo Aliprandi nel 1513, conosciuto come il Raffaello di Sicilia.
La "meridiana pavimentale" e il "tesoro" della chiesa sono particolarmente degni di nota. Quest'ultimo include, tra gli altri notabili pezzi, la "Santa Arca", un'opera d'arte rivestita in argento, che contiene le reliquie del Santo.
Poi, a rendere ancor più magnifica la chiesa, una scalinata di 250 scalini, realizzata nel 1818 per volontà del Gesuita Francesco di Mauro, che, quasi dal Corso, attraversando le due sottostanti vie, introduce la splendida facciata.

La chiesa del Carmine, vicino Piazza Corrado Rizzone, fu un convento di Carmelitani. Sia la chiesa che il convento risalgono al '500, quando l'ordine religioso giunse per la prima volta in Sicilia.
La chiesa tollerò i danni del terremoto del 1693 e mantiene, dell'originale struttura, un, già menzionato, splendido portale e un sontuoso "Rosone" aperto. L'interno, a una "navata", presenta altari su entrambi i lati, uno dei quali contiene la celebre "Annunciazione", preziosissimo gruppo scultoreo del sedicesimo secolo, di Antonio Gagini.
L'altare centrale, infine, è notabilmente scolpito in legno con stucchi rilevati.

La chiesa di Santa Maria di Betlemme, a Modica Bassa, lungo il Corso e a lieve distanza da Piazza Principe di Piemonte, è una costruzione che risale al '400, anche se mantiene della originale struttura, il solo portale della navata destra. Presenta internamente tre navate e la volta a capriata è preziosamente istoriata.
In fondo alla navata destra, c'è la cappella del Sacramento, in una struttura piana e coperta da una cupola a base ortogonale, con pennacchi arabeschi in stile gotico arricchito da elementi di origine araba, normanna e catalana.
La chiesa ospita le tombe della nobile famiglia dei conti Cabrera. La navata sinistra accoglie un bellissimo presepe in terracotta, realizzato da Padre Benedetto Papale, nel 1882.

Ancora sul Corso è situata la chiesa di San Pietro, patrono di Modica Bassa, risalente al 1300, poi ricostruita in seguito al celebre terremoto. E' introdotta da una elegante scalinata abbellita da statue dei dodici apostoli ai lati.
L'interno, basilicale e a tre navate, mostra quattordici colonne supportanti capitelli corinzi. La navata centrale è decorata con scene dell'Antico Testamento, mentre quella destra ospita due importanti "gruppi": la "Madonna di Trapani", attribuita a Giovanni Pisano, e il policromo "San Pietro e il paralitico", di Paolo Civiletti, nel 1893.

L'ottocentesco convento dei "Mercedari" è oggi un elegante costruzione che accoglie internamente due musei: il museo civico, che raccoglie testimonianze archeologiche risalenti ai periodi Paleolitico e Cristiano, e importanti dipinti del diciottesimo e diciannovesimo secolo; il museo Ibleo delle "arti e tradizioni popolari", che conserva una ricca eredità di strumenti ed attrezzature delle antiche botteghe artigiane, qui interamente ricostruite, e che rappresenta un documento reale della vita e delle attività del passato.

La chiesa di Santa Maria delle Grazie" è annessa al convento e la sua costruzione fu dovuta alla rinvenimento di una tavoletta di ardesia, nel 1615, raffigurante l'immagine di Maria e Gesù Bambino. La tavoletta è preziosamente conservata nell'altare centrale della chiesa.

La parte superiore della città, Modica Alta, mostra altrettanto numerose e belle chiese e palazzi, come quello di Tommasi-Rossi, notabile per il vasto portale lavorato in pietra e, al piano superiore, splendidi balconate in ferro battuto, sostenute da terrazze con maschere tipiche barocche.

Una strada ricca di tornanti, anche questa caratteristica di Modica Alta, conduce alla cattedrale di San Giovanni, che si innalza, sulla destra, alla sommità di una lunga ed elegante scalinata. Da notare il campanile, che raggiunge il punto più alto di Modica, quasi 500 m sul livello del mare. La facciata, su due ordini, è arricchita da due coppie di colonne.

Palazzo De Leva, a Modica Bassa, è uno dei più suggestivi palazzi della provincia ed ospita oggi alcuni uffici pubblici e soventi mostre d'arte. Il portale, stupendo, in stile arabo-normanno (qui anche detto stile dei Chiaramonte).

Palazzo Polara, situato a fianco della cattedrale di San Giorgio, è una splendida costruzione in stile barocco, introdotta da un'elegante scalinata. La facciata interamente domina Modica Bassa e le sovrastanti colline. E' anch'esso il luogo di frequenti mostre ed esibizioni, oltre ad accogliere una permanente galleria d'arte.


ARCHITETTURA E PERCORSI TURISTICI

Si può considerare Modica un centro tipicamente barocco, come del resto tutte le altre città della zona ricostruite più o meno per intero dopo il terremoto del 1693. Non rimane molto delle epoche precedenti, quando Modica costituiva uno tra i più potenti feudi delle baronie siciliane. Ma i pochi resti che ancora oggi si possono ammirare, sono una tangibile testimonianza della bellezza del patrimonio artistico della città.

Dopo la sezione dedicata alle chiese, nell'ambito della quale abbiamo anche accennato al palazzo dei Mercedari, annesso alla chiesa della Madonna delle Grazie ed attualmente adibito a biblioteca comunale e museo, è ora il turno degli altri splendidi edifici barocchi che impreziosiscono Modica.

E' il caso dell'auditorium Campailla, sito in piazza Matteotti. L'ampia facciata è decorata d quattro mascheroni in stile liberty. Attiguo all'auditorium sorge l'ex convento dei Carmelitani, fino a poco tempo adibito a caserma dei Carabinieri ed attualmente chiuso.

Proseguendo lungo il corso Umberto, noto come il "salotto buono" di Modica, si giunge a piazza Principe di Napoli, vero e proprio crocevia posto alla confluenza dei due torrenti (lo Janni Mauro e il Pozzo dei Pruni) ricoperti dopo l'alluvione del 26 settembre 1902. Qui sorge il palazzo municipale il cui cortile è delimitato da lunghe colonne che sostengono archi a tutto sesto. All'interno del cortile è stata posta una lapide che segna il livello raggunto dall'acqua nel corso dell'alluvione. La piazza è dominata dallo sperone roccioso dive un tempo sorgeva il Castello dei Conti, il cui orologio ne è una splendida testimonianza. Del castello si possono altresì ammirare le mura esterne, la torre e le carceri, alle cui pareti si notano antichi graffiti.

Lungo la via De Leva, che si inerpica sul fianco della collina sovrastante la zona, sorge la casa De leva, con l'omonimo portale in stile chiaramontano. Il portale, che presenta linee spezzate a denti di sega, con formelle e foglie d'acanto, sicuramente costituiva l'accesso di una piccola chiesa, successivamente trasformata in cappella dalla famiglia De Leva.

Un magnifico esempio di edificio nobiliare dai bei balconi decorati con stupendi mensoloni, è dato dal palazzo Ascenzo.

Da vedere altresì il palazzo Rubino, anch'esso caratterizzato da ampi balconi impreziositi da decorazioni e sorretti da grandi mensoloni raffiguranti caricature dall'aria severa, con tanto di baffi, pizzo e cappelli piumati. Sono anche raffigurate dolci figure muliebri e gli inimitabili mascheroni dagli inquietanti ghigni, sommersi da una folta selva di foglie d'acanto.

Grotteschi volti da vampiro sono invece raffigurati nei mensoloni che sorreggono il balcone del palazzo Arena.

Proseguendo si incontra il teatro Garibaldi, di recente restaurato e riaperto al pubblico dopo anni di chiusura.

Dirigendosi verso Modica Alta, sicuramente tra le parti più antiche della città, si può ammirare un caratteristico angolo barocco, intriso di storia e rimasto inalterato nel tempo. L'ingresso è coperto da basole di calcare e da un arco che immette nello splendido portico del palazzo Zacco-Pirrera.

Adiacente alla chiesa di S. Giorgio sorge il palazzo Polara, nelle cui sale è ospitata una bella pinacoteca che, oltre ad antichi mobili di grande valore, raccoglie tele del seicento e del Settecento.

Di fronte sorge uno degli edifici barocchi in assoluto più belli di tutta Modica: si tratta del palazzo Napolino caratterizzato, nel piano inferiore, da un ampio portale in pietra calcarea, oramai consumato dall'incedere del tempo. Al piano superiore si affacciano i caratteristici balconi dalle panciute inferriate in ferro battuto. A sostenere tali balconi, dei mensoloni costituiti da mascheroni e foglie d'acanto; in alto spicca lo stemma dei Napolino, sormontato dalla colonna baronale.

Assolutamente da visitare il Museo Campailla, intitolato al filosofo e medico modicano che, con le sue personali botti, era in grado di curare la sifilide mediante inalazioni di vapori di mercurio. Proprio all'interno del museo sono custodite tali botti, che si possono visionare assieme a svariati documenti e foto dell'epoca.

Una visita la merita anche la casa natale del Nobel per la Letteratura Salvatore Quasimodo, ricca di documenti, foto e ricordi del poeta. Tutto è rimasto come all'epoca in cui la casa era abitata da Quasimodo: dall'arredamento, alla disposizione dei mobili, con una precisione che rasenta il maniacale.

   

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